Niels Hendrick David Bohr ha contribuito, nell’ambito della Meccanica Quantistica, alla comprensione della struttura dell’atomo e del suo nucleo. Ha speculato sulle profonde connessioni tra l’interpretazione fisica del mondo e le sue implicazioni filosofiche. Il suo più importante lavoro scientifico apparve nel 1913 ed è un modello dell’atomo di idrogeno che riproduce la frequenza delle sue righe spettrali ed ebbe un enorme successo dandogli fama imperitura benché venisse abbandonato dopo circa 10 anni. A metà degli anni trenta del 1900 il suo interesse si volse Fisica Nucleare a cui diede tre fondamentali contributi. Nel primo propose che in una interazione nucleare si crei un nucleo composto a lunga vita il cui decadimento è indipendente dal meccanismo che lo ha prodotto ed è regolato da leggi statistiche. Questo modello pur di limitata validità diede enorme impulso alle ricerche in questa disciplina. Nel secondo mostrò che solo il 235U, l’isotopo raro della miscela isotopica dell’uranio naturale fissiona nell’interazione con neutroni con energia dell’ordine dell’elettronvolt ed è quindi essenziale per la costruzione sia di ordigni bellici sia di reattori nucleari per la produzione controllata di energia. Nel terzo formulò con J.A.Wheeler la prima teoria della fissione nucleare. Al di là di questi fondamentali contributi Bohr pensò sempre che il suo maggior merito sia stato quello di aver creato il Kopenhagener Geist uno stile molto particolare di fare ricerca: agire, parlare, vivere in gruppi di studiosi, intenti a affrontare gli enigmi più profondi della fisica con uno spirito competitivo, libero da limiti convenzionali e di essere stato l’ispiratore di tutte le ricerche che hanno portato allo sviluppo della Meccanica Quantistica che con la teoria della Relatività costituisce la base della Fisica Moderna. Non è così e anzi la sua opera in questo contesto fu più di freno che di motore nello sviluppo di questa disciplina.