«Ciò che conta è curare e guarire i malati. Curare e guarire nel più breve tempo possibile […]». Con tali obiettivi morali e funzionali, prima che formali e architettonici, Ettore Rossi progettò nel 1933 il Policlinico di Modena. Orientato già nella fase professionale romana a ideare edifici razionali e confortevoli, più volte apprezzati da Giuseppe Pagano che lo definì un «ottimo architetto e tecnico ospedaliero», nel Secondo dopoguerra Rossi trovò nell’edilizia sanitaria un campo a lui pienamente congeniale; specializzazione che, tuttavia, con la “diaspora” delle sue documentazioni progettuali, ha contribuito al parziale oblio che ha avvolto la sua ricca attività professionale.