Perché dopo decenni di silenzio esplode in Europa, nel 2010, lo scandalo della pedofilia del clero cattolico? Come mai la società civile ha finalmente potuto esprimere sui media tutta la sua indignazione nei confronti delle inaccettabili scuse alle vittime confezionate dalla propaganda vaticana? Questo libro, evidenziando lo stretto rapporto sempre esistito nei secoli tra Chiesa cattolica e pedofilia, ricostruisce sin dalle origini la storia dei crimini e indaga la matrice culturale dell'idea perversa che l'atto pedofilo non è una violenza perché il bambino, in quanto privo di razionalità, non sarebbe un essere umano. Un'idea che, a partire da Platone e Aristotele, rielaborata da Paolo di Tarso e Agostino d'Ippona, ha trovato sponda prima nell'Illuminismo e poi nel pensiero di Freud e di Foucault. Si scopre così che il fenomeno "pedofilia" non è mai stato analizzato a fondo e che dietro l'impunità dei preti violentatori c'è una netta complicità tra ideologie apparentemente inconciliabili. Con un linguaggio giornalistico chiaro, avvalendosi dei pareri di esperti e dello studio di un gran numero di testi e di documenti, l'autore propone la sua ipotesi: si sta forse radicando, nel pensiero comune, quel salto di paradigma scientifico e culturale che porta a un nuovo modo di intendere la nascita, il bambino, l'essere umano? Prefazione di Adriano Prosperi.