Chi di noi non è stato abbagliato da una qualche sciocchezza durante la sua vita? Basta ammetterlo e farci i conti, in tutta lealtà verso quello che eri e verso quello che sei diventato.» A chi l’ha definito un rinnegato, Mughini ha risposto con una vita ad altissimo tasso d'indipendenza – «la più fiera che mi ritrovo» – e lontana da qualsivoglia rigidità ideologica: lui che ha vissuto per intero la stagione dell'impegno intellettuale e militante a sinistra ma che non ha mai avuto altra tessera se non quella del trasporto pubblico romano; lui che ha tratto il pane dal lavorare nei giornali ma che in tutti i giornali in cui ha lavorato non si è nemmeno tolto l’impermeabile, «come uno che entra in una casa da cui sa che andrà via subito»; lui che ha fatto la tv popolare però mai in trent'anni si è arruffianato il gusto popolare nella sua accezione televisivamente più piaciona – «sarebbe stato un barare con me stesso, me ne sarei vergognato»; e guai a chiamarlo opinionista, lui che in tv si reputa solo un ospite, che chiacchiera con altri ospiti sull'uno o sull'altro tema della catastrofe del nostro tempo.