Grande esperto di sistemi istituzionali, Alessandro Figus si cimenta senza retorica e con grande efficacia con il sistema Europa, affrontando una serie di passaggi storici necessari alla comprensione del presente e del futuro dell’Unione Europea, fotografandone le istituzioni e le procedure. Nata dal sogno di classi dirigenti che, dopo l’esperienza della guerra, avevano nella testa e nel cuoreil desiderio di un soggetto europeo politicamente stabile, economicamente competitivo, capace di darsi un pacifico progetto di convivenza al suo interno, l’Europa unita sembra oggi soffrire di un immobilismo strategico. Stenta ad imporsi come “player” globale, superato in questo da Paesi membri che sembrano sottrarle quote di quella sovranità che, invece, nella logica dei loro stessi interessi, dovrebbero sempre più trasferirle per rafforzarsi. Le attuali classi dirigenti del Vecchio Continente sono certamente impegnate nel compito immane di dare fiato all’Europa e di darle spazio nel quadro complessivo di una governance politica ed economica del pianeta; ma, a tutt’oggi, non sembra essersi risolto l’interrogativo posto tanti anni fa da Henry Kissinger: che numero bisogna comporre per parlare con l’Europa?