Sullo sfondo di una Roma vincitrice e vinta, anche i delitti assumono un quid ambiguo e le modalità appaiono, insieme ai ruoli, misteriose e confuse come in una pellicola noir.
Questo è un crudele omicidio, il più efferato forse dell’ultimo ventennio, dai contorni ancora da delineare.
C’è un video: il ventitreenne Luca Varani è lì, riverso, ritratto ancora agonizzante e sanguinante.
Marco Prato, vestito da donna, bacia sulla testa Manuel Foffo mentre quest’ultimo finisce a martellate la loro vittima sacrificale, caduta nelle loro mani un po’ per caso, un po’ per gioco.
La procura di Roma e i carabinieri continuano a scavare nel passato dei tre e nei momenti di sballo di entrambi gli assassini per cercare di decriptare un enigma, che sembra fondare su una vera mancanza di movente. Gli ultimi esami tossicologici della vittima, invece, hanno rilevato la presenza nel sangue del farmaco GHB, uno psicofarmaco utilizzato dai Sert per la cura dell’alcolismo, ma nell’uso ricreazionale viene definito la droga dello stupro.
Un fatto di estrema attualità, raccontato qui in modo assolutamente inusuale e inedito, senza cedere allo “spettacolo della crudeltà”, ma senza mai tralasciare gli elementi raccapriccianti emersi durante le indagini. La cronaca è costruita su due piani narrativi: il primo utilizza un linguaggio letterario, fitto di riferimenti e citazioni cinematografiche e socio-antropologiche, ispirandosi, in punta di piedi, anche alle ultime teorie psicoanalitiche. L’altro piano, essenzialmente giornalistico, adotta stilemi linguistici diversi, ma tipici della cronaca nera e giudiziaria. Infine, rivelazioni con particolari inediti e sconcertanti vengono forniti al lettore attraverso la pubblicazione di alcuni atti dell’inchiesta.