Cosa Nuova. Pensavo e ripensavo. Così spaventosamente simile a Cosa Nostra, eppure così sideralmente lontana dai suoi modelli verticistici e stragisti. La ’Ndrangheta ha avuto una infinità di nomi nel corso del tempo, tutti molto indicativi del periodo che l’organizzazione attraversava: “Famiglia Montalbano”, “Picciotteria”, “Onorata Società”, “La Santa”, segnano momenti diversi di un filo criminale mai interrotto.
E oggi Cosa Nuova è l’etichetta che riesce a contenerne molte altre: quella di una organizzazione trasversale nelle alleanze e negli affari, di una mafia globale proiettata nel futuro, di un Sistema perfetto e inattaccabile. Sarà pur vero che, come diceva George Orwell, per vedere quello che abbiamo davanti serve uno sforzo costante, eppure a me fu subito chiaro, e senza che mi sforzassi troppo nell’analisi, che quella che mi si era parata davanti fin dall’inizio del viaggio era davvero cosa nuova; anche se, prima che il Cacciatore M. me lo confessasse, quasi segretamente, non potevo immaginare che il nome coincidesse con la categoria mentale che ne avevo tratto. Già, il mio viaggio. Sembrava fosse finito. O forse no, un viaggio non finisce. Mai. Piuttosto, ne cominciano altri. Semplicemente, stavo dismettendo i panni del viaggiatore. No, un viaggio non finisce.