Sono molte le sfide che attendono il nuovo Presidente degli Stati Uniti rieletto Donald Trump. Con lui, quelle della nostra Europa, e del mondo intero. Si cominci con il dire che il deficit commerciale statunitense è piuttosto elevato e continua peraltro a crescere da quando la Cina è entrata dentro la World Trade Organization, il WTO. Certamente nel prossimo quinquennio ci si guarderà bene finalmente dal parlare di cambiamenti climatici e gli USA con Trump faranno in modo di tenere bassa l’inflazione con il crollo dei prezzi ed un mare di petrolio venduto in giro. È probabile che Donald Trump cercherà di onorare quella che è stata la parola d’ordine di tutta la sua campagna elettorale di successo, rifinanziandosi con i dazi che, ha detto chiaramente, metterà qua e là ai Paesi nel mondo. L’intelligenza artificiale farà crescere gli USA un punto percentuale mentre si cercherà di causare la decrescita della Cina fino sotto i tre punti percentuali. La popolazione statunitense cresce, così come cresce in Africa e in Asia, mentre l’Europa sembra essere diventata quasi sterile. Anche la Cina decresce. Stando così le cose, l’età media globale aumenterà. Xi Jinping è dunque “a caccia” di nuova domanda, dato il venir meno di quella Usa e ancor prima tenuta presente la dinamica demografica mondiale. Avrà l’egemonia su tutti chi dominerà 1. intelligenza artificiale, 2. fusione nucleare, e 3. computer quantistici. La Cina ad oggi sta correndo per il traguardo ma Trump lo s a fin troppo bene e prenderà le sue contromisure per vincere. La presenza di un visionario quale è Elon Musk, in tal senso, dovrebbe essere una garanzia. In ogni caso la Cina sta agendo in questo modo: offre proprio materiale — a cominciare dal proprio Internet per intenderci — a chi metta infrastrutture di information technologies gratis. La nostra Europa non ha ancora capito di essere sbagliata sia nella sua organizzazione poco democratica — si pensi alla Commissione — sia negli atti che promulga od emana che sono sempre e solo ad affossare l’iniziativa economica piuttosto che stimolare ed incentivare. Troppa regolamentazione inutile e perniciosa. Se non si riforma e cambia, l’attuale Europa non sarà più solo marginale ma totalmente inutile anche a se stessa. In trenta anni gli USA hanno superato la produzione tedesca di centosettanta punti percentuali. Gli altri Paesi membri sono posizionati ancora peggio, noi inclusi a stretto giro della Germania. Economicamente si raffigura la contrapposizione politica — o politicamente si raffigura la contrapposizione economica — tra G7 e BRICS allargato. Per ora è una contraddizione latente, destinata tuttavia ad emergere ed esondare prima o poi in maniera molto chiara. La Russia nello scacchiere internazionale guarda e si posiziona strategicamente nei Paesi che maggiormente “friggono” intorno all’equatore, i cui governi sono via via sempre più a lei vicini. C’è la criptovaluta in grande spolvero sostenuta da Trump. La valuta digitale cerca spazio contro la moneta tradizionale tipo dollaro, euro e yen. Anche di questo ci si servirà per gestire e “dominare” il mondo. Le valute digitali diventeranno di Stato, auspicabilmente senza scatafasci improvvisi prima che lo divengano. Grazie a Donald Trump si sta affacciando un nuovo ordine mondiale dato da nuovi e determinanti fattori fino a ieri sconosciuti. Se l’Europa non cambia rimarrà a guardare chi domina il mondo, politicamente economicamente strategicamente, cioè USA e Cina. Solo i Paesi che crescono saranno ritenuti aventi un debito sostenibile. Gli altri no. Trump punterà su salute, infrastrutture digitali e logistica, sulla difesa e sul nucleare. Noi Europa cosa vogliamo fare?