L’uso sempre più diffuso delle tecnologie digitali nella vita quotidiana delle persone, compreso quello connesso al compimento di attività illecite (spesso oltre i confini nazionali), ha fatto emergere, tanto a livello nazionale quanto a livello europeo, nuovi problemi in relazione alla raccolta, al trattamento e allo scambio della “prova elettronica” (tecnicamente definibile come “un qualsiasi dato risultante dall’output di un dispositivo analogico e/o digitale che abbia valore probatorio e che sia stato generato da, elaborato da, memorizzato su o trasmesso da, qualsivoglia dispositivo elettronico”). Dagli studi e dalle analisi condotti su questo tema, complesso e interdisciplinare, pur a fronte di una sempre maggiore importanza assunta dalle prove elettroniche nei processi davanti alle corti europee, emergono le difficoltà dovute alla mancanza di un quadro giuridico e tecnologico comune riguardo al trattamento e allo scambio della prova elettronica, alla scarsa fiducia reciproca (su significato, autenticità e affidabilità della prova) fra i principali soggetti coinvolti nel trattamento e, non ultimo, a considerevoli lacune nella preparazione dei soggetti che quotidianamente esaminano la validità e l'ammissibilità di una prova elettronica. Di questi temi si occupa il Volume, che nasce nel contesto, e come uno dei risultati, delle attività svolte dai curatori, nel triennio 2014-2016, nel progetto “Evidence - European Data Informatics Exchange Framework for Courts and Evidence”, finanziato dalla Commissione europea nell’ambito del 7° Programma quadro. Il Volume raccoglie contributi relativi al trattamento e allo scambio della prova elettronica in Italia e in Europa, che sono frutto di ricerche, studi ed esperienze di una varietà di soggetti che operano in questo campo con competenze diverse, ospitando, accanto agli approfondimenti scientifici, anche la presentazione delle esperienze di chi, quotidianamente, nella realtà concreta, deve confrontarsi con questo particolare tipo di prova.