Nella Sicilia della ricostruzione e dell’orgoglio autonomista Enrico Mattei sceglie il linguaggio rivoluzionario della Resistenza, sfidando coraggiosamente il racconto di una terra immobile e arretrata e favorendo l’emancipazione culturale di un territorio, per molti versi, ancora lontano dal resto del paese. L’eredità della Resistenza diventa, nella costruzione retorica abbracciata dal fondatore dell’ENI, la spinta portante delle trasformazioni del dopoguerra, nate nel solco della celebrazione perpetua di una liberazione politica a rischio di inconsistenza senza un parallelo progresso sociale, a sua volta considerato premessa indispensabile di una costruzione identitaria nazionale veramente legittimante.