È l’opera prima di Francesco Terrone, pubblicata da I.R.I.S. Edizioni nel 2011.
«[…] C’è in Francesco Terrone dello straordinario, perché c’è alla base una preparazione scientifica più che classica, che ci giustifica pure il vigore dei suoi accenti poetici, quella sua forza nell’espressione, come se i suoi versi prendessero vita e suono dal crogiuolo dove la materia acquista il lampo dell’incandescenza. Ma non abbiamo gli attributi per definire ermetica una poesia così fatta soltanto perché essa nasce da un tormento più forte e si dibatte tra necessità e contingenza della vita perché invece, e forse, in virtù di questo travaglio così ancestrale, sono i suoi versi pervasi in canti, più forti ed ora più sommessi, di dolore e di speranza. […] Non è semplice la voce del poeta, ma sempre molto complessa anche perché complessa è la vita, nella diversità dei giorni e delle ore.
E colpisce Francesco Terrone per la freschezza del suo linguaggio, zampillano i suoi versi come da una fonte di acqua sorgiva. […] Nella molteplicità dei temi trattati, Francesco Terrone si rivela anche come l’attento “osservatore” delle suggestioni del mondo, fermo ad ascoltare le voci che salgono dal profondo»
— Carmine MANZI