Marco Longhi riprende la millenaria tradizione delle favole che raccontano vicende di animali antropomorfi, cioè capaci di pensare, parlare e agire come fanno gli uomini. Inoltre, come se non bastasse l’invenzione di per sé già straordinaria, unisce la favola con la fiaba, per cui introduce anche la presenza di maghe e maghi, in modo che lo splendido racconto de Il segreto del bosco acquisti i caratteri della fantasticheria moderna in stile disneyano. Gli abitanti del bosco sono tutti animali, mentre gli uomini, che pure sono presenti con le loro attività rumorose e ingombranti, sono delle mezze figure di scarsa rilevanza che non servono a sviluppare l’intreccio, se non come risorse strumentali alla vicenda.
La caratteristica di questo mondo, così “mondato” e ripulito dall’azione umana, è una straordinaria bontà e un’armonia di interessi: gli animali vanno d’accordo gli uni con gli altri, pur mantenendo ciascuno una sua griffe particolare e un suo stile di comportamento. È un mondo meraviglioso, in cui chiunque vorrebbe vivere, dove non esiste la cattiveria, la prepotenza, la violenza, la guerra, l’assassinio.
È una sorta di età dell’oro o di paradiso terrestre – anzi, silvano – in cui regnano concordia e collaborazione.
Gli animali collaborano fra loro nell’intento di realizzare un sogno comune: uno splendente e magico albero di Natale che dovrebbe illuminare il bosco nella notte della natività.È una delicata e affascinante favola che mette insieme il tasso, il leprotto, il volpacchiotto, il cane segugio, il cavallo da tiro, la talpa, lo scoiattolo, il cerbiatto, Maga Fogliolina, i topini, il cinghiale, i gatti siamesi, la coniglietta e la civetta in una indimenticabile avventura di innocenti astuzie e di grandi trovate di ingegno del fai da te, orientate a costruire con garbo il più dolce sogno di Natale, adatto ai piccini, ma che piace anche ai grandi.