La memoria dà ordine al caos e fonda il presente, ci rende consapevoli e reca sollievo, rielabora il passato e costruisce il futuro. Ma la memoria è anche traditrice, perché seleziona, discrimina, cancella. Questo libro cammina nella stessa direzione: vuole negare chi nega la parola e riscattare la vita di autentici protagonisti di quegli anni spaventosi e lontani della Seconda guerra mondiale. La guerra, quella vera, vista e raccontata da chi l’ha vissuta, in Africa e in Italia, uomini e donne, combattenti o bambini, la guerra vera, quella che si fa con le armi e con la fame e la scrittura si fa coerentemente dramma, asciutto e esemplare. Solo la scrittura può riscattare l’orrore della negazione.