"...Quella mattina, come spesso accadeva, avevo ricevuto numerose richieste di qualunque tipo dai tanti consiglieri presenti... Sarò arrestato dopo tre giorni e tanti di quei consiglieri commenteranno l’inchiesta Mafia Capitale con dichiarazioni del tipo: “Non sapevo che Buzzi fosse mafioso...” Lo scandalo Mafia Capitale scoppia con gli arresti del 2 dicembre 2014: il “mostro” Buzzi occupa per settimane le prime pagine di tutti i giornali.
L’inchiesta della Procura di Roma viene spettacolarizzata dai media che trovano la strada spianata da “fughe” di notizie capaci di alimentare la teoria accusatoria e di fornire le fondamenta alla mitizzazione, attraverso articoli e film, del personaggio Massimo Carminati, il “Nero”.
Salvatore Buzzi ha deciso di raccontare questi lunghi anni e lo fa senza filtri, sottolineando l’importanza dell’esperienza delle cooperative. Non nasconde le responsabilità sue e della “29 Giugno”, ma rifiuta sdegnato l’appellativo “mafioso” per lui e i suoi collaboratori.
Lo fa fornendo prove con date, orari e somme erogate a un sistema che lui ha trovato. Una mafia definita “originale” (non spara e non intimidisce) e “originaria” (non derivata da mafie storiche) smontata pezzo per pezzo in queste pagine.